29 agosto 2006

Vogliono bucare Firenze e spendere un miliardo di euro

Firenze sta per essere stravolta dal sottoattraversamento dell'Alta Velocità, un tunnel di sette chilometri tra Campo di Marte e Rifredi per congiungere le tratte Roma-Firenze e Firenze-Bologna. Una grande opera da un miliardo di euro che i nostri amministratori vogliono costruire cassando a priori possibili alternative meno costose e più rispettose del territorio. A sentir loro il buco va fatto in nome di una presunta modernità che a noi pare la conferma di una visione dei lavori pubblici anacronistica e dannosa. Dannosa per Firenze, perché nessuna garanzia viene data in merito alla sicurezza dell'opera. E il disastro ambientale avvenuto in Mugello è un monito a cui non si può fuggire. Dannosa per l'erario, perché si costruisce con il sistema del General Contractor, un'architettura finanziaria che incentiva l'allungamento dei lavori, la definizione di progetti il più possibile costosi, l'assenza di garanzie sulla qualità dell'opera. Lo stesso ministro Di Pietro vuol rivedere questa modalità che dal 1999 al 2005 ha fatto incrementare i costi della Tav Torino-Milano-Bologna-Napoli, del 34%, da 22,2 a 30,2 miliardi di euro. Il nodo fiorentino dell'Alta Velocità va affrontato con misura e abilità progettuali innovative, utilizzando intelligenze e saperi per definire un passante di superficie capace di garantire minori costi (-75%) e vantaggi enormi per i tanti pendolari e cittadini che si muovono in Firenze. Ma a quanto pare chiedere di ragionare sulla questione è per i nostri amministratori un tabù, che solo un grande interesse e una grande indignazione dei fiorentini può abbattere. Diamoci da fare.