Ho partecipato insieme ai colleghi dei partiti della sinistra alla protesta messa in atto in Consiglio comunale contro lo sbarramento del 4% alle elezioni europee. Non certo perché tale norma ci tocchi direttamente, visto che siamo un'esperienza territoriale di base nata a Firenze in opposizione a PD e sua coalizione, ma perché ci sentiamo profondamente coinvolti. Lo sbarramento riflette pericolosamente una concezione egemonica della politica propria di PD e PdL che toglie spazi democratici alle voci diverse. E notiamo per inciso che viene approvato anche da Antonio Di Pietro. Abbiamo un'altra idea della politica e combattiamo l'arroganza di un PD che da un lato chiede, anzi pretende, i voti degli alleati, dall'altra fa accordi con Berlusconi (in realtà sempre più frequenti su tanti argomenti) per sopprimere ogni voce dissenziente a sinistra.
Ci chiediamo anzi se c'era bisogno dello sbarramento alle europee per accorgersene.
Gli alleati si stupiscono che il PD punti a fare piazza pulita a sinistra per sopravvivere? E' stupefacente! Non hanno già vissuto le elezioni di aprile e tutta la campagna maggioritaria di Veltroni? Non hanno toccato con mano cosa significa governare insieme negli enti locali? In concreto: quando mai, in questi 5 anni di governo a Firenze, il PD ha modificato le proprie priorità e le proprie politiche prestando ascolto ad altre voci della sua maggioranza? Gli alleati dovrebbero prendere atto della vocazione egemonica del PD ed evitare di farsene complici. E invece prima accettano di legittimare sindaci PD accettandone programmi e regole e poi si stupiscono di questa legge elettorale. Contraddizione che non giova a una sinistra il cui primo limite è quello di essersi divisa e ridivisa anche quando la sua stessa base ha invocato l'unità.