L'uso privato che il governo Berlusconi ha fatto delle istituzioni del nostro Paese è stato evidente per tutto il quinquennio. L'elenco delle leggi ad personam è lunghissimo: dalla legge sulle rogatorie all'abolizione del falso in bilancio. Mescolando ruolo istituzionale a interessi di parte Berlusconi è riuscito con il suo conflitto di interessi a scandalizzare perfino il settimanale liberal-conservatore 'The Economist', che lo ha definito incapace di governare.
Come se non bastasse il nostro Paese è in guerra, e solo perché Berlusconi doveva sostenere l'amico Bush nell'invasione dell'Iraq. La subalternità che il governo ha mostrato nei confronti della destra americana ci rende complici di migliaia di morti, della distruzione di un Paese ed espone il nostro territorio al pericolo del terrorismo.
Il governo Berlusconi passerà alla storia per aver distrutto l'immagine internazionale dell'Italia e per aver affossato le storiche politiche italiane in favore dell'Europa.
Sul fronte interno la destra ha devastato l'impianto democratico della Costituzione. La cosiddetta 'devolution' dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2009 aumentando il potere del premier. Assisteremo inoltre ad una sorta di frazionamento localistico che renderà impossibile il controllo unitario dello Stato sul territorio, a partire dalla moltiplicazione delle polizie, e nella gestione delle spese. Durante gli ultimi cinque anni è aumentata la spesa pubblica e il debito dello Stato, fino a raggiungere il 104% del Pil. Gli enti locali sono stati saccheggiati delle loro risorse e i cittadini hanno visto aumentare le imposte locali ed erodere i servizi pubblici. Sono aumentate anche le bollette di acqua, luce e gas.
La legge 30 sul lavoro ha reso precaria l'occupazione degli italiani e ha indebolito le conquiste sindacali frutto di un secolo di lotte. La riforma Moratti ha reintrodotto la scuola di classe: i ricchi al liceo, i poveri all'avviamento lavorativo; ha favorito le scuole private e introdotto i docenti a contratto, rendendo incerto il loro ruolo istituzionale. Inoltre Berlusconi ha tagliato le spese per il teatro, per l'arte, per il cinema e molte altre sovvenzioni culturali. E' drammatico anche il taglio dei fondi destinati alla ricerca scientifica, che ci pone fra i Paesi più arretrati d'Europa e che si è accentuato negli ultimi anni della legislatura. Inutile parlare di informazione libera e indipendente: sotto il regime Berlusconi la stragrande maggioranza dei mezzi d'informazione è controllata dai suoi uomini, potere rafforzato dalla legge Gasparri sulla comunicazione.