04 settembre 2006

Acqua bene comune. Comune ok per le corporation

I beni comuni devono tornare ad una gestione totalmente pubblica e la formula delle società per azioni va bandita come forma di controllo delle risorse e in particolare della gestione dell’acqua, bene primario dell’umanità. E’ stato questo un tema portante del IV Forum “L’impresa di un’economia diversa” organizzato a Bari dalla Campagna Sbilanciamoci! dal 31 agosto al 2 settembre.. Per Riccardo Petrella, fondatore del Contratto mondiale dell’acqua e oggi presidente dell’Acquedotto pugliese, è tempo di costruire un’economia che non riduca tutti i beni a beni economici, in particolare l’acqua, base della vita stessa. Il comboniano Alex Zanotelli ha ricordato che “l’acqua, diritto naturale, è elemento insostituibile che non può essere merce” .Susan George, economista di Attac, ha posto l’accento sulla strategia delle multinazionali, che “stanno mettendo le mani sulle risorse dell’umanità. Per le corporation gestire questi beni significa accrescere i profitti ogni anno del 20-30% e determinare l’esclusione e la morte di coloro che non possono permettersi di pagare le bollette sempre più care che i privati richiedono”. Tra i beni comuni George ha inserito innanzi tutto l’acqua, auspicando che in difesa della sua gestione totalmente pubblica si crei un “grande movimento in grado di fronteggiare i poteri forti”. Peccato che ad ascoltare le proposte uscite dal Forum, a cui hanno partecipato economisti, attivisti e politici di rilievo internazionale, non ci fosse nessuno degli amministratori fiorentini che si muovono in direzione diametralmente opposta a quella indicata dal prestigioso Forum di Bari. Infatti per la gestione dell’acqua nell’area fiorentina hanno prima avallato la costituzione di una Società per Azioni e poi sostenuto l’ingresso in Publiacqua S.p.A. della multinazionale Acea, tristemente nota alle popolazioni del Sud del mondo. Con questa semplice operazione finanziaria l’acqua dell’acquedotto non è più pubblica e se ne accorgeranno i fiorentini che pagheranno bollette sempre più alte. Eppure, lo stesso programma dell’Unione dà indirizzi precisi sulla gestione pubblica dell’acqua. E poi dobbiamo anche assistere all’iniziativa “Il gusto dell’acqua” organizzata dal Comune che oggi farà “gustare diversi tipi di acqua, da quella in commercio a quella del rubinetto”. Come se quella di Publiacqua, il cui capitale è in mano ad Acea non fosse in commercio. Oltre che di consumi responsabili, quando parleremo di “gestione responsabile”?