11 settembre 2006
TAV, Sottoattraversamento, settecento milioni di euro buttati via
La recente visita del Ministro Di Pietro a Firenze ha finalmente portato l’attenzione dei media locali su una delle “grandi opere” che secondo gli amministratori toscani deve essere una priorità assoluta: una galleria di oltre 7 km, da Campo di Marte a Castello, dove far passare i treni dell’alta velocità, con relativa stazione sotterranea. Era l’ora che si cominciasse a parlarne non solo tra gli addetti ai lavori perché ancora pochi sanno di questa scelta, sempre più criticata da ambientalisti e sostenitori di un modello diverso di sviluppo. Eppure avremmo diritto di essere informati sulle sue implicazioni, visto che si tratta di una delle opere più costose (1 miliardo di euro ottimisticamente preventivati), lunghe (termine lavori previsto 2012, più realisticamente 2017), impattanti (avete presente l’alta velocità in Mugello?) che il loro territorio abbia mai conosciuto. E più inutili, aggiungiamo, visto che esiste anche la soluzione di attraversamento in superficie che costa il 70% in meno ed è infinitamente meno impattante, oltre che molto più rapida a venir realizzata. E soprattutto che consente l’utilizzo dei binari di superficie anche per il traffico locale. Allora perché i nostri amministratori sostengono senza dubbi apparenti un progetto così devastante? E’ stato fatto un calcolo del rapporto tra costi e benefici ambientali, sociali e ovviamente anche economici, visto che si tratta di denaro interamente pubblico? Ci spieghino quali sono i vantaggi reali di un’opera che farà risparmiare solo pochi minuti a chi percorre la linea Milano-Roma ma in compenso frutterà appalti milionari ai soliti noti. E non si dica più che chi non vuole questo tunnel è contro “il progresso”. Caso mai il progresso, per come lo intendiamo noi, lo blocca chi decide di risucchiare tutte le risorse per un’unica opera inutile impedendo così che venga potenziata, estesa e messa in sicurezza la rete ferroviaria quotidianamente utilizzata da migliaia di pendolari e da viaggiatori che potrebbero finalmente lasciare a casa la macchina, con ulteriore beneficio della qualità dell’aria che respiriamo. Ma siamo fiduciosi: il dibattito sul nodo fiorentino dell’alta velocità è appena cominciato e sono finiti i tempi in cui certe decisioni si potevano prendere senza coinvolgere il territorio e la popolazione. Soprattutto in una regione che sta redigendo la prima “Legge sulla partecipazione” d’Italia. O no?