Berlusconi decide di mandare la polizia nelle scuole per abbattere il dissenso verso la riforma Gelmini. Un dissenso democratico costruito giorno dopo giorno da chi con fatica vive e da' quotidiamente senso alla scuola italiana: studenti e insegnanti. Stiamo assistendo alla genesi di una violenza inaudita ed è bene quindi che il Paese tutto, ad iniziare dall'opposizione parlamentare fino a quella sociale ed extraparlamentare, ne prenda atto immediatamente, iniziando un serio e concreto lavoro di ricostruzione dal basso della democrazia.
Siamo di fronte ad un fenomeno che non è fascismo, si tratta semplicemente di berlusconismo e può essere un fenomeno peggiore di quello vissuto dai nostri padri. La nostra mente oggi, alle dichiarazioni di Berlusconi, è andata subito a Genova, al massacro del G8 del 2001, al sangue versato da innocenti che avevano avuto l'ardire di pensarsi in una democrazia dove la Costituzione affida la sovranità al popolo, dove la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona nelle formazioni sociali ove si svolge la loro personalità, dove tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Oggi in Italia tutto ciò non è più possibile. Il governo con l'esercito impone ai cittadini campani di adottare per decreto le scorie tossiche di una dissennata gestione dei rifiuti; il Consiglio di stato mina la propria indipendenza obbedendo al governo e bloccando il Referendum popolare di Vicenza; i lavori per le grandi opere diventano segreto di stato; i migranti diventano rei solo per il fatto di esistere, le mafie fatturano quasi 100 miliardi di euro l'anno nella più serena impunità e connivenza della politica.
Vittorio Foa diceva che la "Memoria significa ripensare il passato, però con gli occhi del presente, con le categorie mentali del presente. Il passato non mi serve per risolvere i problemi del presente, ma per capire meglio dove sono, cosa sono".
Apriamo gli occhi quindi. Basta allora a qualsiasi forma di dialogo e di sudditanza rispetto a Berlusconi e ai suoi esecutori di ordini al Governo e in Parlamento. Il Paese soffre, è disperato, ha bisogno di una forte boccata di ossigeno. E se il popolo respira, si ossigena, pensa, agisce, diventa pericoloso per un regime che ha costruito la sua fortuna grazie alla manipolazione dell'informazione e ad un processo di deculturalizzazione che ha origine negli anni Ottanta delle televisioni commerciali.
Gli studenti e gli insegnanti si sono permessi di dissentire al Principe. E per questo vanno puniti. Tutte le forze democratiche che si rifanno alla Costituzione nata dalla Resistenza hanno pertanto un'unica strada davanti a loro: resistere e fermare il nuovo regime italiano.