Il discusso Piano Strutturale di Firenze che, con i suoi obiettivi generici e la mancanza di prescrizioni, di fatto consentirebbe la cementificazione selvaggia della città, sembra aver subito uno stop importante. Il sindaco Domenici comunica di aver deciso, ma solo dopo aver perso l'assessore di riferimento e constatato di non avere i numeri in Consiglio, di fermarne l'approvazione. Se il sindaco non si smentirà per l'ennesima volta, è una buona notizia che fa intravedere la possibilità di un futuro migliore perché rilancia un dibattito utile a definire il disegno di una città capace di andare incontro gli interessi diffusi di chi a Firenze abita, lavora, soggiorna.
Affidare lo sviluppo urbano ad un Piano Strutturale fondato sul principio dell'urbanistica contrattata - come quello voluto in questi anni dal Pd e dalla maggioranza che lo sostiene, con l'aggravante del baratro etico politico in cui è sprofondata la classe dirigente, come emerge dalle inchieste in corso – porta inevitabilmente al prevalere degli interessi dei soggetti forti, finanziari, di casta, rispetto ai bisogni della maggioranza dei cittadini ed in particolare delle fasce più deboli, che non sono mai state chiamate a contrattare alcunchè.
Spiace dover constatare che il risultato positivo arrivi per via giudiziaria e non a causa di un dibattito politico soffocato in questi anni da un governo della città arrogante e presuntuoso che emerge ora in tutta la sua miseria nei documenti prodotti dalla magistratura. Un governo screditato che dovrebbe dare le dimissioni senza che qualcuno lo richiedesse. Se non lo farà, ci sarà chi inoltrerà formale richiesta.