Non da oggi abbiamo espresso forti critiche alla gestione dell'urbanistica del Comune (si veda il sito www.unaltracittaunaltromondo.it). In particolare ci siamo sempre opposti all'insediamento di Castello che, secondo noi, oltre a essere un errore urbanistico e ambientale, penalizzava la città favorendo il discusso proprietario dell'area Salvatore Ligresti. Ma chi è l'immobiliarista proprietario della Fondiaria Sai a cui il Comune di Firenze ha concesso di costruire quel milione e trecentomila mq di cemento chiamati Ligresti City? Nel 1986 rimane coinvolto nel cosiddetto Scandalo delle aree d'oro, una commistione tra politica e affari, accordi sotterranei, corsie preferenziali che lo rendono l'emblema dell'imprenditore che costruisce la sua fortuna grazie alla politica.
Indagato per un'infinità di reati urbanistici scoperti nei cantieri milanesi, Ligresti ha in mano due terzi delle edificazioni consentite dalla giunta meneghina attraverso varianti su varianti. La giunta (di centrosinistra) cade e Ligresti sembra uscire distrutto. Invece si salva proprio grazie alla politica, vendendo i suoi palazzoni vuoti agli enti pubblici. Passa molti mesi in carcere durante Tangentopoli per tornare a galla negli anni recenti.
Nel 2002 compra Fondiaria, eredita il business di Castello e nel 2005 stipula con il Comune di Firenze la celebre convenzione. Con un personaggio del genere l'amministrazione avrebbe dovuto vigilare al massimo sulla trasparenza dell'iter e sulla salvaguardia del bene pubblico. L'alternativa era adeguarsi a collaudate pratiche che salvaguardano solo il bene del potente privato.