03 gennaio 2009

Giochi da tavolo

E' appena passato Natale, le famiglie si sono riunite intorno alla tavola per i rituali pomeriggi di gioco, mercante in fiera, monopoli, risiko o i nuovi terrificanti cloni delle trasmissioni televisive. La prima cosa da fare, comunque, è leggere le regole del nuovo gioco o rinfrescare quelle del vecchio, se qualcuno le avesse dimenticate. E' non solo necessario, ma è l'unico modo per riuscire ad arrivare in fondo alla serata senza finire in cronaca nera.
Qualunque gioco, qualunque attività sociale minimamente formalizzata ha bisogno di regole condivise, ma nella scatola del nuovo gioco in voga quest'anno chiamato "Primarie a Firenze", qualcuno si è dimenticato di mettere il foglio delle istruzioni o l'ha nascosto, e allora tutti cercano di ricostruire cosa diavolo dicesse il foglietto. C'è chi azzarda: ogni giocatore deve raccogliere una percentuale significativa di firme interne al partito, in fondo dovresti essere rappresentativo di tutto il partito se vinci. Quello con la barba e quello con i calzoncini e i calzettoni si mettono a urlare "traditori, non mi volete far giocare e allora io vado a cercare le firme fuori", "guarda che se vai fuori non rappresenti il partito, e non puoi farlo perché non fai parte della società civile, sei in politica da quando eri all'asilo: sei assessore, sei presidente della provincia...o.k. cambiamo le regole, vorrà dire che bastano due firme sole, va bene?"
Si alza quello con la sciarpina multicolore al collo: "voglio partecipare anch'io, abbiamo giocato a rubamazzo per 5 anni e non mi avete mai fatto vincere una mano!". Ma come si fa? Non si possono fare due tavoli diversi, non c'è posto e non c'è tempo per fare due partite, "se non mi fate giocare mi porto via la scatola" "va bene giochi anche tu, dai vieni posa la scatola, sei contento?" " sì però gioco solo con quelli che mi stanno simpatici, se vince quello lì non vale". L'unica risposta ragionevole sarebbe quella di invitare cortesemente ad accomodarsi ad un altro tavolo, ma come si fa se il foglio delle istruzioni non c'è più?
A fine serata arriva l'intelligente della famiglia, quello che si è laureato; butta un pezzo di carta sul tavolo e guardando gli altri negli occhi afferma: "Ho fatto due conti, qui rischiamo di farci fare cappotto, va a finire che vince quello lì, che se era per me non giocava nemmeno". Gelo nella stanza. E adesso che si fa? Quello con la sciarpina ridacchia...
Ora si lascia passare la Befana e poi si vedrà se qualcuno riuscirà a ritrovare un foglietto di istruzioni. Morale: cambiare le regole in corso di gioco per non scontentare nessuno è scorretto, non è mai intelligente e non è educativo per i bambini ....Intanto in città, intorno a altri tavoli scarseggiano persino i fagioli per giocare a tombola.