Non ci piace chi, avendo puntato sul cavallo sbagliato, salta al volo sul carro del vincitore. Ma in politica succede spesso, e infatti accade anche dopo queste primarie che hanno visto trionfare Matteo Renzi. Non sono pochi i rappresentanti politici che lo hanno avversato e che ora si scoprono estimatori di questa o quella sua virtù o si ricredono sul loro giudizio, aprendo spiragli di dialogo che solo pochi giorni fa parevano impensabili. Ecco allora arditi salti carpiati, capovolgimenti concettuali, funamboliche retromarce. Sarà mica anche per questo che la gente comune si è allontanata dai professionisti della politica? Quelli che devono sempre cadere in piedi, che non si sbilanciano troppo o se lo fanno ritrovano subito la centratura, gli immarcescibili buoni per ogni stagione.
Noi siamo lontani dal modo che il rutelliano Renzi ha di concepire la politica e dalle idee che ha per questa città. Non siamo stati d'accordo con lui in molte scelte che ha fatto in provincia, e pensiamo che, malgrado l'immagine di novità e estraneità al ceto politico, sia a tutti gli effetti figlio di quel PD, liquido e forse ormai liquefatto, al cui fallimento stiamo assistendo. Pensiamo sia il momento di costruire un fronte ampio alternativo a quel PD, lavorando nel tessuto sociale, prima ancora che nelle istituzioni. Per questo ci auguriamo di poter avere con Renzi un confronto aperto su scelte e metodi di governo. Ma questo si può fare solo se non si è saliti su quel carro.