Mike Bongiorno colpisce ancora. Dopo aver battezzato politicamente Silvio Berlusconi, dalla sua Ruota della fortuna esce per la carica di sindaco di Firenze il più berlusconiano dei candidati Pd: Matteo Renzi, fresco vincitore delle Primarie del centrosinistra. E' proprio un video su YouTube con un giovanissimo Renzi su Canale 5 a dare sostanza ad una campagna elettorale con poche differenze sostanziali tra i 5 candidati (4 del PD più 1 de "La Sinistra"): tutti avevano infatti firmato un programma di coalizione che ha come punto fermo la positiva valutazione del governo Domenici e il completamento "necessario e imprescindibile" delle grandi opere programmate in città.
Ma Renzi ha giocato su una presunta diversità rispetto all'apparato dei partiti tradizionali, e proprio questo ha pagato, confermando un evidente scollamento tra ceto politico e cittadinanza. Invece, a parte lo stile rampante e populista, Renzi è in continuità con l'era Domenici, condividendone le scelte considerate "strategiche" di inceneritore, tunnel per la Tav, circonvallazione nord sotto le colline, fino alla esternalizzazione dei servizi pubblici e all' urbanistica contrattata.
Cambiamento apparente più che di sostanza, dunque, un travestimento in una prospettiva che a molti non piaceva e non piace, perché si sentono lontani da essa non solo in quanto avversari di Matteo Renzi, ma in quanto alternativi al PD e alla sua coalizione. Su questo esito elettorale la sinistra dovrà riflettere bene: analizzare la disaffezione prodotta nel loro elettorato dai partiti che hanno governato la città negli ultimi 15 anni, e proporre sia scelte concrete diverse che una nuova modalità di rapporto tra chi governa e chi è governato. La sfida, ora più che mai, è costruire un'alternativa credibile per un futuro molto vicino.