22 marzo 2009

Quel manganello sulla Costituzione

E’ successo di notte. Sono entrati, non sappiamo chi non sappiamo in quanti, per buttare all’aria il Centro sociale Il Pozzo delle Piagge, dove la comunità porta avanti le attività per chi abita il quartiere, dal doposcuola per i bambini ai corsi per stranieri, dall’accoglienza al microcredito, dall’inserimento lavorativo alla casa editrice, dalla bottega del commercio equo fino alla redazione dell'Altracittà. Hanno rubato, hanno portato via le poche cose di valore - un computer, una stampante, uno stereo, i soldi della macchinetta del caffè - e poi hanno lasciato una firma inequivocabile: un manganello fascista inneggiante il Duce. Danni materiali, ma sopratutto morali e interiori, un amarezza forte ha preso tutte le persone che vivono il centro sociale il Pozzo, a partire dai volontari.

Il giorno dopo molti sono stati molti gli attestati di solidarietà, anche se spiccano per la loro assenza il sindaco Leonardo Domenici e il vescovo Giuseppe Betori. Sono tante le realtà antifasciste che si sono strette attorno alla Comunità; sono coloro che negli anni hanno conosciuto e apprezzato coloro che alle Piagge, giorno dopo giorno, mettono in pratica quei principi sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza. Insegnare l'italiano agli stranieri, sperimentare nuove forme di credito, vendere prodotti che non sfruttano i lavoratori, impegnarsi per una città più giusta e solidale non vuol dire altro che mettere in pratica la nostra carta costituzionale. E non è un caso che l'invito che giunge dalle Piagge è quello di non lasciarsi prendere dal folle clima di intolleranza sociale, politica, razziale che avvolge tutto il nostro paese.