31 agosto 2009

Tunnel AV: ultimo atto

Finalmente ci siamo arrivati. Ci sono voluti più di dieci anni perché un organismo istituzionale (l’Osservatorio Ambientale) mettesse nero su bianco quello che da sempre ripetiamo: il tunnel sotto Firenze per la TAV è pericoloso per la sicurezza della città, dei fabbricati, dei monumenti. Queste cose erano state dette non solo da Unaltracittà, Idra, il Comitato contro il sottoattraversamento, PRC. Erano persino scritte a chiare lettere nei pareri tecnici usciti da uffici della Regione Toscana e dell’ARPAT fin dal 1998, tanto che nel 2003 l’ARPAT scrive che il progetto della stazione è così carente da essere addirittura non valutabile. Ma in tutto questo tempo le Amministrazioni, quella regionale in testa, hanno sempre deciso altrimenti, contraddicendo i loro stessi pareri: bisognava andare avanti, senza indugi, verso la Grande Opera più grande. E verso un appalto miliardario per la Coopsette di Reggio Emilia. Come nel Mugello: allarmi inascoltati, firme di assessori e presidenti in Conferenze dei servizi, disastro annunciato e puntualmente avvenuto.

A Firenze doveva andare in scena lo stesso copione, in nome dello Sviluppo, del Progresso, e degli Affari, naturalmente. Ora, all'ultimo atto, si è riaccesa qualche speranza di un finale diverso, ma qualcuno dovrebbe spiegare perché le prescrizioni del 1998, e poi del 2003, sono rimaste lettera morta; perché si è voluto andare all’appalto sulla base di un progetto così carente sul piano degli effetti ambientali da risultare invalutabile; e chi pagherà un progetto esecutivo che non doveva mai essere neanche iniziato. E sarà bene continuare a vigilare perché il finale sia davvero lieto e questa farsa non finisca in tragedia.