16 novembre 2009

Emergenza carcere in Comune

E' emergenza sempre più grave nel carcere fiorentino di Sollicciano. E non tutto dipende dai Ministeri romani o dalle leggi dello Stato. Qualcosa può fare anche l'amministrazione comunale. Anzi molto di più di quello che si pensa. Proprio in questi giorni Palazzo Vecchio sta discutendo una mozione presentata da perUnaltracittà - ma predisposta dalla rete di movimento "Liberarsi" - per impegnare il sindaco a mettere in atto tutte le azioni di sua competenza previste dalle normative e mai realizzate. Si chiede che attraverso la Società della salute si attui una verifica costante e un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, che si vigili sul passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale, che si intervenga con efficacia sulle politiche di reinserimento dei detenuti nella realtà del territorio per poter consentire misure alternative e sistemazioni temporanee a fine pena, che si favorisca l'inserimento lavorativo dei detenuti ammessi al lavoro esterno come anche il processo di reinserimento degli ex detenuti. L'atto sollecita anche il potenziamento dell’Ufficio del Garante dei Detenuti e la predisposizione di contatti permanenti con gli enti e associazioni per legare l'istituzione carcere alla realtà del territorio. Per far questo è necessario anche potenziare l'Ufficio carcere del Comune di Firenze. Si tratta di azioni basilari, ma che possono migliorare la vita a svariate centinaia di persone (1008 le presenze ad oggi, a fronte di una capienza per 680). Il carcere non può e non deve essere considerato come un corpo estraneo, ma uno dei diversi luoghi di cui si compone la nostra città. E che vi vengano rispettate condizioni umane e salvaguardati i diritti riguarda tutti i cittadini, in primis il primo cittadino.