La nostra Costituzione fu approvata nel 1948 da una larghissima maggioranza (88%), la modifica che la mina profondamente è stata approvata, nel novembre 2005, dalla sola maggioranza di centrodestra. Si cambiano in blocco 57 articoli della seconda parte, relativa all'ordinamento della Repubblica, provocando così lo svuotamento dei principi fondamentali e dei diritti sanciti nella prima. L'uguaglianza e la solidarietà, il diritto al lavoro, all'istruzione, il ripudio della guerra, il pluralismo dell'informazione: già gravemente violati dal governo Berlusconi, vengono privati di strumenti e garanzie adeguati, rimanendo così in balia della maggioranza di turno.
La nostra Costituzione, considerata una delle più avanzate a livello mondiale, è nata dalla collaborazione feconda delle tre grandi componenti antifasciste che animarono la Resistenza: la comunista e socialista, la liberale, la cattolica.
Oggi rischia di essere vanificata da quattro parlamentari (fra cui spicca l'ex ministro Calderoli!) della coalizione berlusconiana, che nell'agosto 2003 travasarono nella cosiddetta "bozza di Lorenzago" il disegno autoritario della Loggia P2, con dirette ascendenze nelle leggi fasciste del 1925, condito in salsa leghista. Quello stesso schieramento, appena e finalmente sconfitto, ma di misura, cercherà nel Referendum la sua rivincita. Dobbiamo impedirla, così salvando la possibilità stessa di attuare quei principi e quei diritti affermati nella Costituzione, ma ancora ampiamente da realizzare.
Chiara Giunti e Ornella De Zordo
Unaltracittà/Unaltromondo
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