15 settembre 2008

Il nuovo che avanza? Le primarie del PD

Da varie settimane, e chissà per quante ancora, Firenze è quotidianamente aggiornata su quella che viene definita la nuova frontiera della democrazia moderna, il trionfo delle scelte dal basso. Parliamo delle primarie del PD per la selezione del futuro candidato sindaco. Un tormentone che ha già prodotto due autocandidature dichiarate e due non dichiarate, oltre a un acceso dibattito sulle possibili varianti: si terranno solo primarie all'interno del PD, oppure questo partito indicherà un candidato che poi parteciperà a primarie di coalizione, o, in un'orgia partecipativa al quadrato, si terranno sia le primarie del PD che, successivamente, quelle di coalizione? Il tutto in una profusione di retorica sui pregi del nuovo metodo di selezione dei candidati. Nel frattempo nessuno dei politici coinvolti, tutti ovviamente insigniti di cariche di rilievo e tutti interni a un sistema che riproduce se stesso, ha speso una parola per indicare né le motivazioni della propria candidatura né le sue priorità di governo; nessun accenno al programma, ma grandi affermazioni di continuità con le scelte fatte dall'attuale maggioranza. Su quale base chi andrà a votare alle primarie dovrebbe sceglierli? Oggi l'antica e non nobile tradizione delle lotte interne tra correnti e componenti diverse di un partito, viene riproposta come innovazione e partecipazione. Persino il vecchio Cencelli col suo dosaggio accurato di chi debba partecipare alla selezione e chi no risulta evidente. Dove sta il nuovo? Forse nel fatto che possiamo assistere dall'esterno alla rappresentazione in diretta del solito scontro interno al ceto politico dirigente. Ecco il nuovo che avanza.