30 aprile 2009

Piano strutturale, Pd al capolinea

Anni di battaglie e mobilitazioni messe in atto da cittadinanza attiva e forze sociali sono riusciti finalmente a fermare il pessimo Piano Strutturale che avrebbe ipotecato il futuro di Firenze e che è stato ritirato dal sindaco Domenici all'ultimo Consiglio comunale utile nel suo secondo mandato. Già a partire dal 2006 come Unaltracittà/Unaltromondo avevamo denunciato che questo atto urbanistico avrebbe rappresentato il trionfo della contrattazione con i grandi costruttori (il caso Castello ancora non era esploso) e siamo felici che dopo anni di sensibilizzazione, in cui ci siamo impegnati muovendo critiche e formulando controproposte, il provvedimento non sia passato. Fin dall'inizio avevamo messo in guardia come il Piano fosse inadeguato, presentando osservazioni già alla sua prima stesura, poi fermata anche in seguito alle numerose critiche che aveva suscitato. Aver fermato il Piano Strutturale significa aver salvato la città dal rischio di una cementificazione selvaggia di 4,5 milioni di metri cubi di edificazioni, senza contare 1,4 milioni previsti per l'area di Castello e misteriosamente non conteggiati nel Piano.
Fra le iniziative che abbiamo promosso vale la pena sottolineare la riuscita dell'appello contro il Piano che nel giro di pochi giorni era stato sottoscritto da circa 250 tra urbanisti, ambientalisti e semplici cittadini. Ma molte altre sono state, negli ultimi mesi, le manifestazioni che hanno avuto per oggetto la difesa del territorio fiorentino; molte le occasioni di un dibattito culturale, prima ancora che politico, che ha messo in evidenza come Firenze meriti uno strumento urbanistico degno del suo nome. Al suo ritiro la parte di città che crede nell'urbanistica partecipata, e non in quella contrattata, ha fatto festa. Letteralmente, con cibo autoprodotto a chilometri zero!