I cittadini non hanno più fiducia nella politica. Una frase sentita molte, troppe volte negli ultimi tempi. Si tratta di un problema serio, causato certamente dalla lontananza che avvertono le persone da chi dovrebbe rappresentarle. Troppo spesso le istituzioni ignorano gli interessi della gente, preferendo tutelare i grandi poteri economici. E' successo anche a Firenze, dove la Magistratura ha ravvisato illeciti proprio indagando in due settori in cui la posta in gioco è molto alta: l'urbanistica e l'edilizia. E poi ci sono i partiti, lontani dai bisogni quotidiani e troppo concentrati sui sistemi della vecchia spartizione politica. Metodologie che la gente fa fatica a comprendere. E così si reagisce con il disinteresse, o ancora peggio il ripudio.
A questo modo di intendere la gestione dell'interesse collettivo non possiamo rassegnarci: la politica non può e non deve rimanere fine a se stessa. Per questo è necessario che i cittadini si riprendano la gestione della cosa pubblica, stimolando forme di partecipazione dal basso. Soltanto attraverso un'operazione collettiva, condivisa, fatta di idee concrete che rispondano ai vari bisogni, si possono davvero cambiare le cose. Non con l'antipolitica, né tantomeno con la rassegnazione. Ci dobbiamo riappropriare della nostra città, della nostra regione, del nostro paese. In che modo? Partecipando a quello che succede nella comunità in cui viviamo. Scegliendo rappresentanti responsabili e non professionisti della politica buoni per tutte le stagioni. E vigilando con attenzione sul loro operato.