In questa campagna elettorale per le amministrative val la pena parlare dei costi della propaganda, una questione strettamente legata al tema della democrazia. Ai finanziamenti pubblici di cui godono i partiti, alcuni dei quali stanno investendo cifre spropositate, si affianca chi spende i soldi propri – fino a milioni di euro – nella campagna elettorale personale, che sia per le elezioni europee, per la carica di Sindaco, o per un semplice posto in Consiglio comunale. Un vero e proprio bombardamento mediatico personale su radio, televisioni, giornali cittadini, per non parlare di strade e piazze letteralmente rivestite di manifesti a pagamento.
Ci sono due riflessioni da fare. La prima è legata ad una ovvia questione di etica e sobrietà, specie in un periodo di crisi economica come quella che stiamo vivendo. L'altra pone interrogativi legati alla necessità di garantire parità di diritti: ne va della credibilità di una democrazia che dovrebbe avere regole chiare e certe per tutti, in questo caso trasparenza assoluta e un tetto di spesa. Noi della lista di cittadinanza “Per Unaltracittà” stiamo sperimentando una campagna elettorale completamente autofinanziata, indipendente e ispirata alla finanza etica.
Si tratta certamente di una soluzione obbligata dal fatto di non avere partiti a sostegno, né grossi finanziatori, ma di questo abbiamo fatto la nostra forza, chiamando volontari e attivisti a diffondere “porta a porta” le nostre idee e il nostro materiale elettorale: e stiamo scoprendo che sempre più persone che non conoscevamo ci contattano e si offrono per la diffusione, dando vita a pratiche virtuose di coinvolgimento personale e a un modo di fare politica dal basso basato sull'impegno in prima persona e sul contatto diretto. Che il “porta a porta” funzioni anche in politica?