Serviva un segnale forte e la Toscana lo ha dato. La legge regionale sull'immigrazione in via d'approvazione è una risposta importante in controtendenza rispetto alle sempre più inaccettabili politiche del governo Berlusconi. Non è un caso che la destra – che promuove campagne 'securitarie' e xenofobe già condannate dalla comunità internazionale – abbia attuato in Consiglio un pesante ostruzionismo.
Si tratta di un buon testo, che garantisce risposte agli oltre 300 mila migranti residenti nella regione. Una proposta positiva perché non ha la pretesa di creare ex novo sistema di servizi per il cittadino straniero, ma di potenziare e sviluppare quelli che già ci sono, come chiedono da anni le associazioni e i movimenti che si occupano del tema.
Un'attenzione particolare viene riservata all'accesso ai servizi del territorio come quelli sanitari, dell’istruzione, del lavoro, della casa. Tutto mediante interventi tesi a superare le barriere linguistiche e culturali che impediscono la fruizione piena dei diritti ed una partecipazione consapevole. E ancora viene riservata attenzione ai soggetti “deboli”, (richiedenti asilo e rifugiati, minori e donne in stato di gravidanza, vittime di tratta e sfruttamento, detenuti), stabilito un riconoscimento per i titoli professionali acquisiti nel Paese di origine, attuate le normative nazionali sulla prevenzione delle mutilazioni genitali femminili, consentito l'accesso al servizio civile regionale.
Ai principi scritti adesso, auspichiamo che seguano i fatti: ci aspettiamo che la Regione accompagni la nuova legge sull'immigrazione con azioni mirate a concretizzare le politiche di accoglienza.