In questi giorni sono ripartite nelle scuole di Firenze (e non solo) le occupazioni. Si tratta di una protesta in difesa della scuola pubblica che ha ragioni da vendere, a dispetto di quel che scrivono alcuni “soloni” sempre pronti a bacchettare. I tagli indiscriminati della Gelmini, che sono rimasti intatti nella loro insensatezza, cominciano infatti a provocare pesantissimi effetti. Nonostante l'opposizione di tutto il mondo della scuola, insomma, l'offerta didattica è stata fortemente ridimensionata, l'affollamento nelle classi è ancora aumentato e molti servizi sono stati tagliati. A questo si aggiungono i danni che causerà il ddl Aprea, che consentirà l'entrata dei privati nella gestione delle scuole, fino a condizionare l'organizzazione della didattica e l'offerta formativa. Gli studenti non solo hanno ragione, ma stanno anche dimostrando maturità, con attività informative e culturali, gestione degli spazi oculata nella stragrande maggioranza dei casi e un alto livello di informazione e di critica. Spesso sono anche sostenuti da una parte consistente del corpo insegnante, che del resto è colpito anch'esso pesantemente. I docenti sono sempre più in difficoltà, per non parlare dei precari in perenne agonia. Le misure governative, da una parte tendono dunque a recuperare indiscriminatamente risorse, dall'altro puntano alla demolizione della scuola pubblica; un sistema forse troppo vivace, democratico e poco allineato. Ma che sopravvive, anche grazie alle lotte dei docenti e degli studenti, nonostante i difetti che pure mantiene.